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Alla scoperta delle costellazioni

Chi è abituato a vivere in città lo sa, il cielo notturno è un velo bluastro tendente al rossiccio dove solo poche coraggiose stelle riescono a fare capolino.
La luna sì, quella si vede bene ma parlare di stelle sembra cosa ardua.
Se però avete mai fatto esperienza di un cielo stellato, limpido, lontano dalle luci urbane, sapete a quale fenomeno strabiliante ci stiamo riferendo parlando delle costellazioni.
Lo stupore lascia quasi increduli da quante sono le stelle visibili ad occhio nudo. Sono così tante che c’è da perdersi la in mezzo.
Considerando quindi che per secoli gli uomini potevano assistere quasi ogni notte a questo spettacolo della natura, non ci deve sorprendere che i nostri antenati abbiano cercato di creare un ordine nella miriade di stelle, disposte del tutto casualmente.

Il cervello umano tende a trovare serenità nell’ordine e nella pulizia, trova conforto nelle cose note e teme l’ignoto. Sentirsi perduti, nel mezzo di un bosco come anche in auto tra gli svincoli di una città che non si conosce, è una esperienza che mette ansia. Così qualcuno iniziò a studiare il cielo e dare nomi alle sue porzioni più riconoscibili. Le stelle infatti si presentano sempre disposte in maniera uguale, notte dopo notte, anno dopo anno.
Seguendo questo filo logico, non ci deve sorprendere che in tutte le culture ed in tutte le epoche, il cielo sia costellato di figure umane od animali che rappresentano leggende oppure che ricordano le cose da fare in un determinato periodo del anno.
Quel che semmai deve sorprendere e stupire è che esistano delle costellazioni ufficiali, riconosciute a livello internazionale. Sono 88 e coprono l’intera volta celeste.
Ma facciamo un passo indietro, perché nessuno nasce astrofilo, cos’è una costellazione?
Una costellazione è una definita porzione di cielo che contiene un insieme di stelle, più o meno luminose. È un po’ come parlare di una regione geografica, delimitata da dei confini che talvolta sono tracciati con il righello sulla mappa.
Una costellazione non è la figura che si ottiene unendo i “puntini” come nei giochi di enigmistica. La figura si definisce infatti come “asterisma”.

Come sono nate quindi le costellazioni? E come si è arrivati alle attuali 88?
Per scoprire le risposte a queste domande, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo.
Non sappiamo di quanto esattamente tornare indietro, sappiamo però che lungo il cammino della storia gli esseri umani hanno iniziato a dare nomi alle stelle.
Sappiamo poi quando hanno iniziato a scriverli. Per noi europei, tutto ebbe inizio nell’antica mesopotamia circa 3000 anni a.C..

Scene astronomiche che decorano la tomba di Seti (1294-1279 a.C.)

Qui lo studio del cielo era già considerato un’attività elitaria, i cui adepti erano sacerdoti o sacerdotesse che cercavano di predire gli eventi nefasati e di placare le eventuali ire degli dei.
Le prime costellazioni dello zodiaco, giunte fino a noi, sono infatti già presenti in quegli anni.

Da li poi la cultura del cielo si diffuse presto anche nel bacino del mediterraneo, dove le culture egizie e greche lo assimilarono.
Le piramidi di Giza per esempio contengono dei condotti che si ritiene fossero parte del rituale religioso, allineati con quelle che all’epoca erano le stelle più rilevanti: l’allora stella polare (Thuban, nella costellazione del drago), le stelle dell’orsa minore, di Orione e Sirio nel Cane maggiore.

Nella cultura dell’antica Grecia, poi si respira astronomia ovunque. Già gli antichi poemi di Omero infatti erano ricchi di concetti e miti di chiaro riferimento astronomico.
Anche numerosi filosofi greci hanno inoltre dedicato approfonditi studi ai moti del cielo ed alla sua struttura, tra i più celebri Platone ed Aristotele.
Ma per avere un vero trattato di astronomia, una pietra miliare della nostra cultura, servirà aspettare attorno al 150 d.C., solo allora comparirà il “Trattato Matematico” di Claudio Tolomeo, l’opera nota come l’Almagesto.
Nella sua opera Tolomeo affrontava una trattazione matematica sul moto dei pianeti e presentava inoltre un catalogo stellare, probabilmente sviluppato da Ipparco di Nicea quasi tre secoli prima.
L’importanza di Tolomeo è data dall’aver definito in maniera chiara ed univoca 48 costellazioni.

Rappresentazione del cielo Tolemaico


Tale catalogo comprendeva le 12 ben note costellazioni zodiacali attraversate dal sole, cui ne aggiungeva 36 di particolare significatività.
E tale rimase il cielo per circa quattordici secoli.
Per arrivare alle attuali 88 costellazioni dovettero accadere diverse rivoluzioni culturali.
La prima è legata all’epoca degli esploratori e della cartografia.
I grandi navigatori del passato e gli esploratori che hanno permesso di conoscere ogni angolo del nostro pianeta, oltre che a creare le mappe terrestri dei luoghi che visitavano, hanno iniziato a creare anche le prime mappe del cielo australe, cielo forse non precluso agli antichi, ma di cui non abbiamo di certo menzione.
La seconda rivoluzione è legata ad un famoso uomo di scienza della penisola italica che per primo pensò di usare un cannocchiale per osservare il cielo. Era Galileo Galilei.
Grazie all’intuizione di Galileo, presto si diffuse tra gli studiosi del cielo l’uso del telescopio con tante importanti scoperte scientifiche che hanno certamente cambiato il nostro modo di vivere.
Tuttavia, come spesso accadeva, gli astronomi, specie quelli più famosi, erano legati ad uomini di potere che ne finanziavano le attività di ricerca.
Lo stesso Galileo dedicò i 4 satelliti principali di Giove alla famiglia Medici.
Cosa sarebbe successo dunque se ogni uomo di scienza, per rendere omaggio al suo benefattore, gli avesse dedicato una stella od una intera costellazione? Probabilmente sarebbe nata una grande confusione con un proliferare di cataloghi e mappe stellari in contraddizione l’uno con l’altro.

Ed è esattamente quello che successe.

Fetonte è un esempio di costellazione scomparsa

Senza toccare le costellazioni più note e famose, restavano comunque da esplorare numerose ed abbondanti porzioni di cielo che ad occhio nudo appaiono come quasi vuote, magari rappresentata da una sporadica stellina poco visibile, che se però osservata al telescopio rivela attorno a se altri astri.
Per mettere fine al caos e creare una linea guida unica ed univoca, l’unione astronomica internazionale (IAU) nel 1922, a seguito di un lavoro filologico molto approfondito ha definito le 88 attuali costellazioni riconosciute.
Mantenendo tutte le costellazioni di epoca tolemaica, sono state definite innanzi tutto le porzioni precise di cielo occupate, inoltre sono state chiarite le costellazioni australi.
Nonostante il lavoro accurato, è rimasto qualche sporadico caso di sovrapposizione, come ad esempio la stella “Alpha Andromeda” che è una stella propria anche della costellazione del Pegaso, “Delta Pegasi”.
Dopo questa doverosa spiegazione, certo limitata e non esauriente, di come sono nate le costellazioni, siamo ora pronti per andare a conoscerne la storia una per una.
Buon viaggio.

Bibliografia:
Wikipedia – the free enciclopedia (Versione Italiana ed Inglese)
L’atlante del cielo, di Edward Brooke-Hitching, ed. mondadori 2020

Immagini:
Wikipedia – the free enciclopedia

Fabrizio Benetton

Fabrizio Benetton, classe 1986. Cresciuto a Padova, dove mi sono laureato in ingegneria, abito in Val di Non dal 2017. Da sempre sono appassionato di scienza e tecnologia ed ho sempre subito il fascino del cosmo e dell’esplorazione spaziale. Ho frequentato alcuni corsi on-line con l’Accademia delle stelle di Roma, maturando una passione molto forte, in particolare per lo studio delle stelle doppie. Ho iniziato a collaborare con Astronomia valli del Noce nel 2022 per quanto riguarda gli aspetti culturali dell’astronomia.

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